L’italia è stata il primo paese europeo ad introdurre incentivi al 100% per la ristrutturazione energetica: il Superbonus 110%. Superati gli entusiasmi iniziali, appaiono i primi effetti reali dell’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio.
Abbiamo parlato con Furio Barzon, fondatore di Green Prefab, che nel superbonus non solo vede un’opportunità per evidenziare i vantaggi della digitalizzazione nel settore costruzioni, ma anche un volano per la diffusione dell’interoperabilità e degli open standard.
L’Ecobonus nasce con l’obiettivo, per il nostro paese, di adeguarsi alle direttive europee in materia di risparmio energetico, e dunque ha come scopo quello di favorire quegli interventi di efficientamento sulle strutture esistenti, spesso causa di ingenti dispersioni di calore, inquinamento e aumento dei costi, che vanno sotto il nome di retrofit energetico.
Il Decreto Rilancio prevede ad oggi che i lavori debbano essere eseguiti entro il 31 dicembre 2021 per le residenze singole indipendenti e nei condomini pubblici e privati per almeno il 60% entro il 30 giugno 2022.
In attesa della conversione in legge del D.L. 59/2021 che dovrebbe prorogarne i termini, l’esiguità dell’orizzonte temporale emerge immediatamente come limite, inficiando anche, in senso negativo, l’impatto reale dell’incentivo.
Pur nell’ipotesi di un ampliamento dell’orizzonte temporale, per il corretto svolgimento dei lavori persistono le tempistiche tecniche dilatate dell’edilizia tradizionale che, a fronte di un’aumentata richiesta di interventi, genera una congestione dell’intera filiera. Ad oggi infatti vi è una domanda nettamente maggiore dell’offerta.
Come uscire dunque da questo collo di bottiglia?
“Industrializzando il processo. Green Prefab è una realtà basata a Trento che sviluppa soluzioni per una nuova generazione di edifici a energia zero. Nel Trentino esiste un cluster sulla prefabbricazione in legno che comprende una cinquantina di aziende, che insieme all’Alto Adige realizza il 90% degli edifici prefabbricati in legno in Italia. Con un background più che ventennale nel mondo della prefabbricazione, possiamo affermare che il ricorso a questa tipologia di interventi garantisce un abbattimento in termini assoluti delle tempistiche: si passa dagli anni o mesi dell’edilizia tradizionale, ai mesi o addirittura settimane per gli interventi in prefabbricazione.
Anche riguardo ai costi si rilevano sin da subito dei vantaggi. Nell’industria delle costruzioni tradizionale c’è sempre un costo finale che si discosta di un buon 10/15% dai preventivi iniziali, derivante da errori e mancate ottimizzazioni in corso d’opera. Invece con la prefabbricazione si contrattualizza un prezzo all’inizio che è quello definitivo e finale.
Trattandosi di produzione off-site inoltre possiamo avvantaggiarci dei benefici della scalabilità: con l’aumentare della domanda chiaramente riusciamo ad ammortizzare i costi industriali di impianto, con una notevole flessione del prezzo finale.
Installazione di pannello parete con finestra su edificio multipiano
Tutto il know how della prefabbricazione può chiaramente trovare un applicazione anche quando si parla di retrofit energetico, apportando vantaggi in termini di tempi e costi: possiamo realizzare off-site l’involucro termico, costituito da pannelli prefabbricati 2D modulari con già inserite le finestrature, studiati per aumentare l’efficienza termica dell’edificio. La finalità è proprio quella di sigillare l’edificio, ovviamente mantenendo traspiranza in modo che i vapori possano uscire, per fare in modo che l’energia prodotta per riscaldare sia poca, perché il calore rimane all’interno e non si disperde. Il tutto in maniera rapida ed indolore per gli inquilini, senza necessità di montare impalcature o mobilitare mezzi pesanti come gru fisse.
Ci avviciniamo molto a quello che in bioedilizia è il concetto di Passivhaus, cioè una casa in grado di trattenere il calore (o il fresco) all’interno, limitando al minimo limitato l’utilizzo di impianti di riscaldamento o condizionamento.”
Nei Paesi Bassi, dove nel 2010 il governo ha lanciato un programma estremamente avanzato, che va sotto il nome di Energiesprong, per adattare gli edifici esistenti a standard di efficienza energetica più elevati, questo è già realtà: gli interventi consistono tipicamente nell’agganciare un guscio di pannelli all’esterno di un edificio per aumentarne l’efficienza termica e sostituire l’impianto di riscaldamento con pompe di calore ad elettricità prodotta dal fotovoltaico.
Grazie al contributo di aziende all’avanguardia, come Renolution per citarne una, si va sempre più verso la realizzazione di case attive: la casa attiva racchiude in sé tutti i concetti fondamentali della casa passiva, ma in più è implementata da un bilancio positivo tra l’energia prodotta e quella consumata.
In questo settore l’Italia si colloca tra gli innovators e gli early adopters: siamo all’inizio della curva di sviluppo di questa tecnologia che presumibilmente replicherà l’andamento della fase crescente di giganti come Facebook e Google, proprio perché strettamente legata all’ambiente digitale e fondata sulla scalabilità industriale.
Accanto a players più consolidati come Manni Group (partner tecnico nell’industria dell’acciaio che sviluppa soluzioni d’avanguardia) ce ne sono di completamente nuovi, come RC Panels in Olanda, oltre ad agenzie ed istituti di ricerca, che stanno contribuendo alla crescita del settore.”
A Bolzano, città pilota del progetto europeo Sinfonia – realizzato con la regia di Eurac Research e la partecipazione dell’agenzia CasaClima – ha trasformato cinque complessi residenziali, raggiungendo gli obiettivi del programma. Oggi più di 300 famiglie vivono in appartamenti più confortevoli e sicuri che consumano il 50% di energia in meno e con un incremento del 20% della quota da fonti rinnovabili. Il tutto attraverso soluzioni energetiche estese, integrate e scalabili.”
Che ruolo ha la digitalizzazione in tutto il processo descritto?
“La digitalizzazione non è un valore “in più” nel processo, ma assolutamente fondamentale, imprescindibile per l’intero work flow.
Il punto di partenza del processo stesso è la digitalizzazione del reale: si parte con uno scan fotogrammetrico dell’edificio, che ha una precisione di + o – 3 cm e poi si affina con un laser scan, un dispositivo elettro-ottico meccanico che, attraverso la tecnica di scansioni successive, permette di rilevare automaticamente un oggetto nelle sue tre dimensioni con una precisione di + o – 2 mm.
Tecniche di scansione di edifici 3D (laser scan + drone + fotocamera)
Da questa scansione deriva una nuvola di punti cioè un insieme di punti con definite coordinate nello spazio, dalla quale è possibile ricavare un’implementazione in ambienti BIM.
L’utilizzo di un modello BIM è in sé uno strumento molto potente, ma quando si parla di retrofit energetico lo è ancora di più, per tutta una serie di motivi, dall’effettuazione di simulazioni energetiche alla realizzazione di shop drawing fondamentali per guidare il lavoro off-site dei prefabbricatori. Il coinvolgimento della rete di filiera è fondamentale per permettere anche a piccole imprese di trarre in sommatoria i vantaggi della scalabilità. Anche per questo abbiamo iniziato a lavorare in IFC, sostituendolo al Revit, per non bloccare l’intero ingranaggio se anche uno solo dei tasselli non lavora in Revit.”
Progetto di Bow Tie Construction per Treadgold House in Kensington, U.K. (crediti Energiesprong UK Design Competition)
Ma il BIM consente anche di collegare il progetto alla parte dei finanziamenti. Stiamo parlando, per ogni appartamento di almeno 40/60.000€ e procedure e pratiche estremamente articolate, sia per il pesante carico documentale richiesto, sia perché la disciplina dei superbonus è piuttosto complessa,. Basti pensare che il Superbonus riguarda una categoria estremamente ampia di edifici, essendo destinato all’edilizia pubblica e privata residenziale ma anche a organizzazioni non lucrative di utilità sociale, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, associazioni e società sportive dilettantistiche, IACP. Si comprende dunque che sono in ballo finanziamenti importanti.
Qui la trasparenza diviene fondamentale anche per le pubbliche amministrazioni, che se in altri frangenti tollerano volentieri il permanere di zone di opacità che permettano di mitigare possibili errori, in questo caso ben accolgono l’implementazione di una metodologia immediata e chiara.
Inoltre l’adozione di modelli openBIM, implementati dalla metodologia di blockchain, consente in prospettiva di certificare tutti i singoli passaggi del processo, dalla produzione dei materiali, all’approvvigionamento, all’installazione, aprendo alla possibilità di compiere reali studi di Life Cycle Assesment.”
Digitalizzazione e industrializzazione nel ciclo di vita della riqualificazione energetica (crediti Energiesprong Italia)
Open standard e interoperabilità dunque non solo migliorano la qualità del lavoro ma aprono concretamente a nuove prospettive per il settore…
“Se consideriamo che l’Italia è stato il primo paese in Europa ad introdurre il Superbonus, e che proprio al modello italiano stanno guardando gli altri paesi per recepire le direttiva EU in materia di risparmio energetico. Proprio in questi giorni la Spagna sta muovendo i primi passi per stabilire un incentivo nazionale che è palesemente ricalcato dal modello italiano. In questo senso è evidente che la posizione di privilegio derivante dalla maturità del nostro mercato può metterci al centro di un dialogo con altri capitoli buildingSMART nazionali. Tanto più se si pensa che è già attivo un tavolo di lavoro con l’obiettivo di adattare il modello olandese di Energiesprong al contesto culturale e normativo italiano, e che ci sono casi di edilizia popolare molto interessanti che offrono reali opportunità, come l’Ater di Roma, di Treviso, di Belluno o il progetto ‘Rigenerare Corviale’ di cui tra l’altro IBIMI è firmataria.”
L’edilizia sostenibile sembra quindi aver trovato la strada giusta per diventare finalmente accessibile ed inclusiva anche nella riconfigurazione degli edifici esistenti.