COSTRUZIONI GREEN: Perché Piccoli Comuni e PMI Fanno la Differenza

roadmap edilizia 4.0 per comuni
Premessa

Nel 2019 la Commissione ha adottato una visione a lungo termine – il Green Deal europeo – con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La legge europea sul clima, approvata nel 2021, ha sancito nella legislazione dell’UE l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 (ovvero -zero emissioni di gas a effetto serra), insieme a un obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni nette del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Per realizzare questa trasformazione, il Green Deal europeo ha comportato una serie di proposte legislative, molte delle quali legate all’energia.

Nei mesi di luglio e dicembre 2021 la Commissione ha pubblicato il pacchetto “fit for 55” (riferendosi all’obiettivo di una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030). Le proposte legislative prevedono la revisione di diversi atti legislativi legati all’energia per allinearli ai nuovi obiettivi climatici: la Direttiva sulle energie rinnovabili (RED), la Direttiva sull’efficienza energetica (EED), la Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), la Direttiva sulla tassazione dell’energia e pacchetto gas e idrogeno. Le nuove proposte includono il regolamento sul Fondo sociale per il clima (SCF). Tre di questi atti legislativi – RED, EED e SCF – sono stati adottati nel 2023. Il 13 giugno 2024 è stato approvato il Regolamento (UE) 2024/1781 del Parlamento europeo e del Consiglio, che stabilisce il quadro per la definizione dei requisiti di progettazione ecocompatibile per prodotti sostenibili.

La Sustainable Products Initiative, prevista nel nuovo Circular Economy Action Plan e rientrante tra gli obiettivi del Green Deal, prevede di stabilire un passaporto digitale dei prodotti (DPP) che raccolga dati sulla sua catena del valore. L’obiettivo del DPP è quello di promuovere la produzione sostenibile per consentire la transizione verso l’economia circolare, fornire nuove opportunità commerciali agli attori economici, aiutare i consumatori nel fare scelte sostenibili e consentire alle autorità di verificare il rispetto degli obblighi di legge.

Ma l’Italia è caratterizzata da piccoli comuni e da piccole imprese….

In Italia, ma in genere in Europa, la numerosità dei piccoli comuni e delle piccole imprese rappresenta un’oggettiva difficoltà alla diffusione dell’innovazione digitale e green.

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Oltre il 68% dei comuni ha meno di 50.000 abitanti

50.000 è il limite per avere un ufficio vero e proprio con dipendenti che si occupano del permesso di costruire

Anche in questi comuni gli uffici dei permessi a costruire sono così presi dalle attività quotidiane che non hanno tempo per introdurre la trasformazione digitale nei loro processi e comunque non ci sono le competenze multidisciplinari per promuovere le trasformazioni green e digitali che l’Europa richiede per raggiungere gli obiettivi della sostenibilità cui tutti ambiamo.

Il problema è analogo per le imprese: nel 2020, il 95,2% delle aziende aveva al massimo 9 dipendenti, che occupavano il 43,2% del totale dei lavoratori.

La maggior parte dei professionisti non possiede competenze multidisciplinari per progettare e realizzare edifici a impatto zero e non conosce approfonditamente le tecnologie per intervenire sugli edifici esistenti per renderli più sicuri dal punto di vista sismico e per ridurne l’impatto ambientale.

Nella prassi operativa/lavorativa il gruppo multidisciplinare si crea già in forma di collaborazione non associata: lo studio di architettura ingaggia ingegneri strutturisti, impiantisti, esperti di acustica, geologi, geometri per catasto, tutte figure che servono per rispondere ai requisiti normativi ma che spesso operano in maniera discontinua, limitandosi all’emissione dei documenti necessari ad avere le autorizzazioni.

Questo processo porta anche ad un enorme dispendio di risorse ed energie per la parte burocratica, amministrativa, esecutiva e di realizzazione dell’opera sino al collaudo finale. Questo però è un processo difficile da scardinare, che è insito nella natura della funzione del libero professionista che è poco propenso a fare aggregazione. Vanno quindi individuate misure per spingere verso l’aggregazione, anche non formalizzata, ma supportata dagli strumenti del mondo “openBIM” e cioè l’uso di un ambiente condiviso e l’uso degli standard aperti.

Dopo quasi un anno di confronti con tutti i principali stakeholder di settore a livello nazionale, RES2 sta definendo le possibili soluzioni al problema: la via per trasformare l’ostacolo della ridotta dimensione di aziende e comuni in opportunità di crescita…